Temevo che un malvivente volesse prendermi in ostaggio. Lo facevo capire al mio compagno che mi accompagnava in fretta in una stanza situtata in un'ala della casa di cui non ero a conoscenza e poi se ne andava. In pratica, in fondo al corridoio, che pensavo fosse il limite della casa,  ne iniziava un'altro e in fondo a questo c'era la stanza in cui nascondermi. A un certo punto sentivo arrivare qualcuno e temevo che il malvivente mi avesse scovata. Invece dalla porta accostata scorgevo mia zia e mia madre, con altre persone. Mi riferivano allegre che l'individuo aveva chiesto la mano di una ragazza e i due si erano fidanzati. Erano molto contente e festose per l'evento e anch'io ne ero lieta, anche se un po' stupita che si potesse festeggiare per qualcosa che riguardava una persona, la ragazza, che a malapena conoscevamo di vista.