Dopo una lunga camminata arrivo, con una folla di gente conosciuta e non, in una palestra. Per entrare nella palestra bisogna affrontare un'alta parete verticale, non di roccia né di mattoni, ma costituita solo di un lunghissimo foglio di carta scarabocchiato con delle righe rosse, montato su una struttura trilitica di metallo, raddoppiata da un lato in modo da delineare sul foglio di carta una specie di corridoio. Per arrivare alla palestra bisognava arrampicarsi su questo foglio, comincio quindi la salita, inizialmente non trovando gli appigli e mano mano che salivo avendo sempre più paura che il foglio si strappasse. Arrivo finalmente incima e mi attacco alla trave di metallo, sottile, per tirarmi su. In cima alla salita c'era una donna che però era lì solo per dirti che non ti avrebbe aiutato, e di fatti poi non mi aiutava. 

Una volta dentro la palestra, mi trovo davanti ad un'immensa scalinata piena di ragazzini, tutti vestiti allo stesso modo, in posa per una foto. Vedo davanti a loro un vecchio amico d'infanzia e vado a salutarlo, poi mi sveglio.