Ho sognato di trovarmi in una località turistica in riva al mare, in piena notte. A breve distanza da me era stata allestita una discoteca, con tanto di palco e schermo gigante che proiettava immagini e colori. Premetto dire che detesto le discoteche, sono un ambiente che non sopporto per la tipologia di gente che le frequenta e per la musica che non apprezzo, tuttavia da bambina ascoltavo anche musica dance, e quella che sentivo provenire dalla discoteca era proprio quella che all'epoca apprezzavo. Insomma, mi piaceva e mi dava una bella sensazione, anche se non lo ammetterei mai. Mi trovavo poco distate, alle spalle del palco, quindi potevo solo sentirne la musica e vedevo vagamente il cantante sul palco, anche lui di spalle, ma non riuscivo a vedere la folla. E pensavo, sarebbe bello se potessi unirmi a loro e divertirmi, godermi la notte. Ma proprio come avviene nela realtà, mi tenevo in disparte senza neppure tentare di avvicinarmi, sentendomi a disagio nell'atmosfera caotica della discoteca, preda della mia timidezza. Infatti, mi avvicinai solo quando tutti erano andati via, cantante compreso, e mi ritrovai sola sulla pista da ballo sotto le luci psichedeliche dello schermo. Solo allora potei mettere la musica che volevo io, musica rock, e ballare e fare qualunque cosa volessi senza paura.
In seguito sorse un'alba scura sul mare, dove il sole splendeva tra il rosso e il giallo senza riuscire ad illuminare del tutto la spiagga, per via delle pesanti nuvole grige e violacee. In spiaggia c'era un cavallo probabilmente bianco, ma che mi appareva grigio per via della poca luce, che si impennò con fierezza per poi lanciarsi al galoppo su per le dune sabbiose: e in quel momento smisi di vedere la scena coi miei occhi, e iniziai a vivere il sogno attraverso gli occhi del cavallo. O meglio, ero io stessa che agivo come un cavallo: corrsi a quattro zampe, ma erano le mie braccia e le mie mani a toccare la sabbia, non le possenti zampe del cavallo. E infatti sentì la fatica muscolare delle braccia e del petto, mentre tentavo di mantenere l'andatura e salire oltre una piccola altura, cercando di tenermi sulla striscia di sabbia asciutta e non bagnata, che invece mi infastidiva come se potessi rimanere bloccata con le mani. In questa fase non si vedeva il mare, e neppure il sole, che erano alle mie spalle: correvo verso la parte più scura del cielo, verso le nuvole grigie e viola, pesanti e scure. 

In effetti è la seconda volta che sogno di agire come un animale pur provando fatica a causa del mio corpo non allenato: in passato sognai, sempre di notte, di tentare disperatamente di volare lungo la strada dove abitavo coi miei genitori, alzandomi a malapena dal suolo per via del tremendo sforzo muscolare delle ascelle e dei pettorali. Era molto realistico, sentivo la pressione dell'aria sulle braccia ad ogni battito d'ala e il conseguente dolore dei muscoli. Quindi tornavo indietro, stavolta correndo a tutta velocità come un lupo, su quattro zampe. Sono un'animalista convinta, e guarda caso lupi, cavalli e uccelli sono tra le mie creature preferite. Agire come loro ha un forte significato mistico per me, credo sia a causa del desiderio di essere qualcosa di migliore rispetto a ciò che sono nella realtà.