Sono in casa mia, sola, sto aspettando l'arrivo di mio padre. Quando arriva vado in camera sua e di mia madre. Lo trovo con un'altra donna, mi arrabbio come se non fosse la prima volta, urlo, tiro oggetti, mio padre mi rimprovera come se stessi esagerando. Seguono immagini sconnesse, in cui quella donna ha cambiato aspetto ed e' nella mia cucina, con una corta vestaglia orientale, e tenta di avvicinarmi mentre io la scaccio e le urlo contro. Mi preparo per uscire, indosso un maglione giallo, dei jeans neri e un paio di scarponi, poi una giacca a vento rossa. C'e' un bruttissimo tempo. Mio padre mi accompagna in macchina in una casaangusta e piena di scale e terrazzamenti. In cima alla casa c'e' un giardino. Lascio le mie cose su un appendi abiti e raggiungo, in questo giardino, alcuni miei amici. Il tempo peggiora, il cielo si riempie di trombe d'aria. Penso sia il caso di entrare in casa, invece cominciamo a scendere, di corsa, una lunga scala a chiocciola lilla, scrostata, ripida, sono convinta di cadere ma non accade. Arriviamo in un altro giardino, recintato con un'alta palizzata, stretto, spoglio, triste. Mi faccio sollevare per vedere il cielo oltre la palizzata, sopra di me e' un intreccio di fronde. Non ci sono più le trombe d'aria, mio padre preme per andare via. Torno all'attaccapanni, mi infilo gli scarponi, poi la giacca a vento. Mio padre preme perché mi sbrighi, ma sto cercando un barattolo. Sento distintamente la voce di mia sorella, anche se non c'e', mi dice "ti ricordi quei quattro barattoli che perdemmo e poi ritrovammo?" Continuo a cercare ma mi sveglio senza aver trovato quel che cercavo.