Tipo di sogno: Surreale

Cassetta portavalori

Chiedevo alla banca di accedere alla mia cassetta di sicurezza, dove tenevo del contante, perchè il mio conto corrente era bloccato e non potevo prelevare. L'incaricato mi conduceva in un locale in cui vi era qualcosa di simile agli schedari delle biblioteche. I cassettini erano in cartone leggero, grigiazzurro chiaro, e contenevano schede ma anche piccoli valori come monete. Sulla stragrande maggioranza di essi non comparivano le lettere per la classificazione.

Madre in mare

Mia madre si immergeva in mare con tutti i vestiti per raggiungere a nuoto un luogo in cui si era verificato un disastro, solo per curiosità. Certo, una volta sul posto aiuterà anche, pensavo. Riflettevo poi sul fatto che era molto anziana, non sapeva nuotare bene e i vestiti l'avrebbero appesantita e fatta affondare, così la seguivo con lo sguardo, per un attimo quasi sperando che annegasse, poi con un po' di apprensione.  A un certo punto la perdevo di vista.

Bimbo appeso

Ho sognato di camminare in macchina su una strada non molto illuminata e su una via che non conosco.

Ho alzato gli occhi e vedo un bimbo vestito da zorro (aveva essenzialmente un mantello nero e non vedevo il volto) che stava appeso di spalle su un'inferriata dell'ultimo piano.

sembrava tranquillo e ciondolava.

io invece ho subito pensato a come salvarlo e quindi cercavo il portone per suonare e avvisare di quello che stava accadendo

poi non ricordo più nulla

Grazie mille

 

Ruoli

Mi trovavo nella cartoleria che frequentavo da piccola, dalla parte del bancone in cui si trova il venditore, anche se io lavoravo in un altro ente (quello in cui effettivamente lavoro). Arrivava una giovanissima collega di quell'ente e mi diceva che anche lei avrebbe voluto esercitarsi in questa mansione nel negozio, per acquisire altre competenze, e mi chiedeva cosa poteva fare. Le rispondevo che poteva approfittare del fatto che al momento in ufficio non aveva  utenti e rimanere lì.

Dipendente smemorata e abitudinaria

Ero a casa in un tardo pomeriggio e mi sovveniva che avrei dovuto trovarmi al lavoro. Non nel mio abituale ufficio e non nel solito orario, ma in una sede fuori mano in una via sconosciuta: i miei superiori avevano deciso che una volta ogni tanto sarei stata di turno lì, di sera. Ormai me ne ero dimenticata e sarei arrivata tardi, ma anche se avessi voluto andare non avevo l'indirizzo, l'avevo lasciato in ufficio. Meglio così, non avrei avuto voglia di andare in un luogo sconosciuto e per giunta tardi. Dovevo trovare una scusa per essere esonerata, magari dire che mia madre stava male.

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Oniromante: Morpheus

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