Cara Karen,

credo che il lavoro onirico, cioè la trasformazione del contenuto latente in quello manifesto, abbia ben operato nel tuo sogno! Molti dei riferimenti citati nel contenuto manifesto (ciò che il sogno racconta, le immagini e i personaggi che propone) assumono un significato pieno e coerente se considerati alla luce del processo inconscio di “spostamento” in base al quale contenuti meno accettabili sono sostituiti con oggetti più sopportabili. Nella fattispecie, mi sembra che il nocciolo interpretativo (anche se poco valorizzato nel testo, coerentemente con il meccanismo di spostamento) ruoti attorno allo sconosciuto che ti “spiega che il tuo ruolo lì è quello di sistemare le cose”. Tutto il sogno parla di te e non di altri personaggi (l'amico, la sua famiglia o sua madre): tu stessa ti stai dicendo che è giunto il momento di sistemare una situazione critica che, probabilmente, hai contribuito a creare (ecco forse il perché dello spostamento e della censura!) e che sta a te decidere se risolvere o meno. La risposta del sogno è una frase secca e decisa, che non ammette repliche: “E così è”. A livello inconscio hai deciso di accettare l'invito dello “sconosciuto” e di porre fine a una situazione di disagio. La tua presenza e la tua volontà agiscono come una sorta di potere taumaturgico e tutto si sistema.

Numerosi elementi citati nel sogno sono forti simboli spesso utilizzati nell'elaborazione onirica per ricondurci a contesti molto personali e intimi: la casa, spesso rappresentazione della propria personalità; il divenire poveri, allusione ad una situazione penosa e sofferta; l'aprire le porte scoprendo la ricomparsa dell'antico benessere, immagine della propria capacità di agire su noi stessi e di avere le energie per modificare le situazioni; i vestiti nuovi da ragazzino, simbolo di un desiderio di ritorno al passato.

Il sogno si chiude con una scena simbolicamente molto intensa: la fatica del coltivare qualcosa che deve crescere, pezzo per pezzo (essere in ginocchio per prendersi cura delle piantine di riso) e il desiderio di ripartire da capo con la costruzione di qualcosa su cui poggiarsi in modo stabile (il nuovo pavimento).