Una figura bianca

Scheda sogno:

Salve a tutti,
Ho fatto un incubo. Di contenuti non c'è nulla di particolare rispetto ad altri che ho fatto ultimamente, ma mi ha inquietato molto di più. Ve lo racconto.
Ero solo lungo la strada che porta da casa di mio cugino a casa mia. Ero poco distante da casa di mio cugino. E’ una strada di campagna, ma vi sono diverse case sulla via e inoltre siamo in periferia e con due passi siamo di nuovo sulla via principale del paese. Stavo per correndo questa strada ed era notte. I lampioni non funzionavano e io nel sogno ero irrequieto, così per gioco inizio a voler gridare aiuto, in modo tale che qualcuno venga in strada ad illuminarmi la via o a farmi compagnia. Noto però che non riesco ad emettere urla; mi uscivano soltanto urli soffocati e a bassa voce. Ad un certo punto, modulando la voce, riesco a tirare un solo urlo. In quel momento ero già nel buio pesto ma sento in lontananza la porta della casa di mio cugino aprirsi. Io però continuo a camminare e continuo a tentare di urlare. Inizio ad agitarmi perché non riesco ancora ad urlare, ma soprattutto perché ho la sensazione che qualcosa è dietro di me e so che né mio cugino né qualcun altro venuto ad aiutarmi. Era una figura bianca che già in altri incubi mi ha perseguitato. Un essere completamente bianco, come se investito da una luce fortissima che ne confonde il contorno. Potrebbe essere un uomo o una donna. Tal figura è alta e non molto robusta. Inizio a correre e a gridare aiuto, ma il fiato mi si strozza in gola. Trovo la fine della strada barricata da delle siepi e devo fare una strada più lunga e più buia. Arrivo finalmente verso la fine, ma ho smesso di tentare di gridare aiuto. Alla fine, arrivo sotto un lampione che illumina la strada e una volta raggiunto mi sveglio.
Ovviamente so che è stata semplice soggezione, ma quando mi sono svegliato ho visto una figura bianca fuori camera mia che mi guardava, poi mi sono accorto che era il gatto. A differenza degli altri incubi in cui ero perlato di sudore, stavolta avevo il viso gelato, freddo.

Contestualizzazione di questo sogno con la vita reale:

Sono prossimo alla laurea triennale. In questi tre anni di percorso ho avuto eventi sfortunati che in qualche modo mi hanno inquietato e reso sempre più torvo e chiuso in me stesso. Prima ero una persona vivace, e devo ammettere che ero addirittura fin troppo espansivo per certe cose. Attualmente, invece, sono molto chiuso, non parlo mai dei miei problemi alle persone e cerco sempre di farcela da solo. Questa nuova condotta mi ha anche portato a molte spiacevoli esperienze; ultimamente, con le persone a cui voglio più bene, io o non riesco a dimostrare l'affetto che provo o rischio di esplodergli in faccia con attacchi di rabbia esagerati dopo essermi sovraccaricato di pensieri e preoccupazioni.

Il sogno potrebbe essere la rappresentazione di questi tre anni dove all'inizio non mi facevo problemi a chiedere aiuto(anche se lo vedevo comunque come un "capriccio", in quanto ho sempre provato a farcela da solo), mentre dopo certi eventi ho iniziato a chiederlo e a non riceverlo. Diverse persone mi hanno abbandonato lungo la strada, e una in particolare mi ha ferito più di tutti. Alla fine ho smesso completamente di contare sugli altri. Ora che sono alla fine di questo percorso sono inquietato, forse così abituato al buio, da avere paura della luce.

L'ultima interpretazione

Oniromante: Morpheus

Cara marymi,
nonostante la preoccupazione e il turbamento provocati dal sogno, l'elaborazione onirica  ha decisamente un lieto fine con il ritorno della mamma creduta morta.

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